X: Qui è raccontato un bel verdetto, che fece Lo Schiavo di Bari* tra un cittadino e un pellegrino

Un cittadino di Bari partì per un pellegrinaggio a Roma, e affidò a un suo amico la somma di trecento Bisanti (cioè la moneta dell’impero bizantino), ma solo a questo patto e condizione:
«Io parto, e andrò sì come a Dio piacerà, e se io non dovessi tornare, darai questi soldi per l’anima mia. E se invece torno entro una certa data x, mi restituirai quel che vorrai».

Questo pellegrino fece il suo pellegrinaggio, ritornò entro la data stabilita, e chiese indietro i suoi Bisanti. L’amico gli rispose:
«Racconta com’era il nostro patto».
Il pellegrino lo ridisse a puntino.
«Esatto» disse l’amico. «Ecco qua: ti voglio restituire dieci Bisanti. E gli altri duecentonovanta me li tengo».
«Come!?» incominciò ad arrabbiarsi il pellegrino, dicendo «Che onestà è questa? Tu me li prendi falsamente!».
E l’amico gli rispose soavemente: «Non ti faccio torto, e s’io te lo faccio, andiamo davanti al giudice».

L’azione legale c’era.

Lo Schiavo di Bari fu il giudice al processo. Il problema fu presentato, lui sentì le parti, e emise il verdetto. Parlando all’uomo che si era ritenuto i Bisanti:
«Restituirai al pellegrino i duecentonovanta Bisanti, e lui ti darà i dieci che gli hai restituito, perché i termini del patto erano questi: “mi restituirai quel che vorrai”. Quindi restituisci i duecentonovanta Bisanti che vuoi e prenditi i dieci che non volevi».

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*Potrebbe trattarsi di Michael Sclavus, catapano e giudico supreme di Bari nel 925.


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